I° Commissione Ufficiali - ITAMIL: Dal Governo solo aumenti simbolici per la classe dirigente delle Forze Armate. " La maggioranza dei dirigenti esclusa dalle trattative".

08.08.2025

La 1ª Commissione Ufficiali ITAMIL ESERCITO esprime profonda preoccupazione per quanto avvenuto in merito alla firma del contratto della dirigenza delle Forze Armate. Se da un lato la Legge 46/2022 impone criteri di rappresentatività collegiale per tutte le categorie – inclusa la dirigenza – dall'altro si è assistito, ancora una volta, alla costruzione di una "esclusiva per pochi".

Raggiunta la soglia minima prevista, è stato avviato il tavolo contrattuale, escludendo le sigle sindacali che, pur rappresentando dirigenti in numero superiore a quelle firmatarie, non avevano raggiunto la percentuale di rappresentatività richiesta per la sola categoria dirigenziale.

La Maggioranza dei Dirigenti Non Rappresentata. Di fatto, la stragrande maggioranza dei dirigenti è rimasta senza rappresentanza. Non solo: non è stato nemmeno concesso il ruolo di uditori, né ci è stata fornita alcuna risposta formale alle nostre proposte, inviate per tempo.

Questa chiusura compromette i rapporti istituzionali con gli uffici preposti alle relazioni sindacali, che – in uno Stato di diritto – hanno l'obbligo di dare riscontro alle istanze regolarmente inoltrate. Una Tantum Irrisoria. Prendiamo atto che, nel contratto appena sottoscritto, è stata prevista un'erogazione una tantum, legata alla qualifica e all'anzianità (dal 2018 al 2023): da 3.280 euro lordi per un Maggiore fino a circa 4.013 euro lordi per un Generale di Divisione Una media annuale di circa 666 euro lordi in sei anni – ovvero meno di 52 euro lordi al mese – che si riducono ulteriormente tenendo conto delle tasse, del grado e delle responsabilità. Una cifra simbolica, quasi offensiva per una categoria che dovrebbe rappresentare l'eccellenza della struttura militare. Nessuna Specificità,

Solo Propaganda? Questo contratto – come quello precedente 2022/2024 per il personale non contrattualizzato – non valorizza la specificità militare.

Si è voluto semplicemente chiudere un accordo, utile alla propaganda politica e sindacale, ma privo di impatto concreto per le tasche dei militari.

Un Ricorso in Valutazione Il nostro Team Legale, già vincente in diversi contenziosi, sta valutando la presentazione di un secondo ricorso, volto a tutelare i diritti della dirigenza esclusa dalla contrattazione. È giunto il momento che i dirigenti si schierino con chi realmente combatte per i diritti del personale – non con chi sui social promette "mari e monti" per poi accettare le briciole. Il contratto 2025/2027 è già iniziato, ma abbiamo perso il 2025.

Le Commissioni Difesa non convocano le rappresentanze sindacali da oltre tre anni. Nel frattempo: aumentano i casi di sovraindebitamento, le domande di alloggio restano largamente superiori alle disponibilità effettive, non ci sono politiche per pendolarismo e mobilità le famiglie restano divise dal lavoro, la Legge 100 sulla mobilità dirigenziale è ignorata, impossibile da gestire, nessuna riforma per previdenza e carriere, il personale invecchia, Cresce un malessere generale che va affrontato con coraggio e determinazione, non con silenzi o promesse vuote. Serve Partecipazione Infine, invitiamo tutto il personale – dirigente e non – a riflettere sulle proprie scelte sindacali. Non ci si può lamentare se poi non si partecipa attivamente.

La responsabilità non è dei "marziani", ma di ciascuno di noi, se scegliamo l'inerzia. Il sindacato non deve essere un mezzo per risolvere problemi personali, ma uno strumento collettivo, dalla base fino al vertice, dal soldato semplice al generale.