ITAMIL:"Il ricorso è caduto, ma non la nostra determinazione: cadiamo per rialzarci. Ora costruiamo il riordino di tutti." Abbiamo perso una battaglia non la Guerra.

Il TAR Lazio ha depositato le sentenze nn. 743/2023 e 745/2023, relative ai ricorsi promossi da oltre 200 militari – sergenti, graduati e marescialli – arruolati ai sensi della legge 958/1986, con l'obiettivo di ottenere un equo riordino delle carriere e una valorizzazione della professionalità maturata sul campo.
Le decisioni, pur respingendo le istanze, confermano un punto essenziale: il problema è reale e la soluzione è politica. Il TAR ha infatti affermato che per rispondere in modo strutturale alle rivendicazioni del personale militare, è necessario un nuovo intervento legislativo, sul modello del concorso straordinario del 2018.
Non ci nascondiamo dietro la delusione. Accettiamo questa battuta d'arresto con rispetto e consapevolezza. Il ricorso è stato promosso in un momento in cui ITAMIL non aveva ancora il riconoscimento formale, ma era già animata dalla volontà di difendere chi, per decenni, ha indossato la divisa nell'ombra.
Grazie alla serietà dei legali – Avv.ti Esposito, Santonicola e Sica – nessun ricorrente dovrà sostenere spese in caso di soccombenza. Abbiamo agito con onore, coerenza e trasparenza.
Ma oggi non siamo più gli stessi. ITAMIL ha consolidato rapporti con numerosi parlamentari ed è pronta a compiere il salto decisivo: trasformare la delusione in proposta, il contenzioso in costruzione normativa.
PARTE IL PROGETTO NAZIONALE DI RIORDINO DELLE CARRIERE
ITAMIL lancia l'apertura di un tavolo tecnico nazionale, con il coinvolgimento diretto di iscritti, delegati regionali e specialisti di settore, per la redazione di un disegno di legge organico e condiviso, da presentare ufficialmente a Parlamento e Stato Maggiore entro dicembre 2025.
Il progetto vuole ricostruire le carriere militari su basi nuove, per tutte le categorie, a partire dagli ufficiali, e affrontare finalmente i nodi irrisolti che da anni penalizzano il personale:
- Riconoscere l'anzianità di servizio effettiva, anche pregressa e non valorizzata;
- Dare giustizia e visibilità a vittime del dovere e del terrorismo;
- Eliminare l'eccessiva movimentazione del personale, garantendo stabilità operativa e familiare;
- Sbloccare la stagnazione nei gradi, garantendo passaggi di carriera in tempi congrui;
- Istituire un doppio binario di avanzamento professionale: uno graduale per anzianità e uno rapido tramite concorsi interni riservati;
- Risolvere la situazione degli ex VFB, VFP4 e attuali VFI, spesso penalizzati da anni di servizio precario senza una vera prospettiva di avanzamento.
DAL BASSO VERSO L'ALTO: UN DDL COSTRUITO DAI MILITARI PER I MILITARI
Il Disegno di Legge non sarà il frutto di burocrazie lontane, ma nascerà nei territori, grazie ai laboratori tematici regionali promossi da ITAMIL. In ogni regione raccoglieremo esperienze, criticità, proposte, per costruire una riforma vera, sostenibile, coerente con il servizio e i sacrifici resi alla Nazione.
La giustizia amministrativa ha riconosciuto il problema. Ora spetta alla politica intervenire.
NESSUNA POLEMICA, SOLO IMPEGNO
Siamo consapevoli che sui social non mancheranno critiche e attacchi da parte di alcune sigle sindacali che cercheranno di strumentalizzare l'esito della sentenza. ITAMIL però non cambia stile: non gioiamo delle disgrazie altrui, non ci pieghiamo al tifo da tastiera, non viviamo di contrapposizioni sterili.
Abbiamo la coscienza serena. Abbiamo sostenuto l'iniziativa di un gruppo di colleghi, abbattuto drasticamente i costi rispetto ad altri ricorsi simili, e garantito – grazie all'impegno formale dei tre legali – il rimborso totale delle spese processuali in caso di condanna. Lo abbiamo fatto in silenzio, con dignità, con spirito di servizio. Lo rifaremmo ancora.
Ora si volta pagina. Abbiamo sostenuto un ricorso. Ora costruiremo una legge. E andremo avanti.